TRENI E RICORDI di Stefania Bocchetta

15.02.2021

TRENI E RICORDI

Si dice che ciò che viviamo nell'infanzia, nel bene come nel male, ci influenzi per sempre ed occupi un posto speciale nella nostra psiche, come nella memoria o nel cuore. Penso che sia proprio così e il piacere che suscita in me il viaggiare in treno, o semplicemente entrare in una stazione, ne è la dimostrazione inconfutabile. Fin dall'età di 5 anni, a causa del lavoro di mio padre, che si occupava della pulizia delle carrozze dei treni, ho vissuto in mezzo a locomotive e vagoni respirandone l'inconfondibile odore. All'epoca, fine anni '60, era un lavoro molto duro fatto tutto a mano, dentro e fuori alle carrozze con grande fatica, soprattutto su quei treni a tratta lunga in genere molto affollati e di conseguenza anche molto sporchi. I miei genitori portavano me e mia sorella che era più piccola, con loro e mentre si davano da fare a pulire, noi due ci mettevamo a giocare "alle signore": sceglievamo una carrozza e ci dividevamo a metà gli scompartimenti che diventano i nostri salotti, le nostre cucine, le nostre camere da letto e con pochi giocattoli, perché di più non ci potevamo permettere, giocavamo fingendo che quelle erano le nostre case. A quei tempi i treni erano composti da carrozze, ognuna della quali avevano un lungo corridoio sul quale si affacciavano diversi scompartimenti che si chiudevano con delle porte scorrevoli. Lunghi sedili a volte di legno a volte di pelle o di velluto, erano l'arredamento principale insieme al portabagagli, il finestrino di fronte all'entrata, il tavolino richiudibile, le tendine e i quadretti sopra i poggiatesta. Con la nostra fantasia di bambine abituate ad inventare quei giochi che non potevamo permetterci, bastava poco per immaginare una bella cucina o un salotto, bastava aprire il tavolino e per creare una confortevole camera da letto bastava alzare i braccioli dei sedili, che se poi erano di velluto erano il massimo dell'eleganza! E così passavamo delle ore a fingere di essere delle "signore" con mariti e figli, dividendoci quella carrozza del treno. Con gli anni, anche se i treni sono molto cambiati da allora, l'odore che assaporo ogni volta che entro in una stazione e salgo su un treno è quello della mia infanzia che, anche se non è stata facile, in quei momenti era ciò che avrebbe dovuto essere: spensierata. Per molti anni ho utilizzato il treno come mezzo di trasporto in modo sporadico, anche se sempre piacevole, fino a due anni fa quando ha riacquistato un piacere ed un sapore particolare. Ho nostalgia di quei venerdì sera, di quando correvo in tutta fretta dall'ufficio alla stazione per prendere al volo il treno delle 18.09 per Foligno, per raggiungere una persona davvero speciale che mi attendeva lì. Mi mancano quello scorrere lento delle ore, quell'avvicinarsi all'incontro desiderato, quell'attraversare la mia terra nativa, i paesi che come presepi illuminano la notte mentre la mèta si avvicina. Poi il volto che ti brmi vedere è lì che ti aspetta e mentalmente ringrazi quel treno che la prima volta lo ha portato a me e che ora mi porta da lui. Il treno dei desideri oggi è un treno di ricordi sempre bellissimi: mi ha portato serenità e spensieratezza da piccola, gioia e amore da adulta.