SUI BINARI DELL'EROS di Luigi Lucaioli
07.08.2020
SUI BINARI DELL EROS
Francesco aveva 25 anni quando, laureatosi cum laudae e un master, venne contattato
dalla più grande compagnia assicurativa sul mercato. Stipendio da favola,
nessun ragazzo, anche se di famiglia benestante, aveva mai ottenuto tanto, pur
con le raccomandazioni di famiglia. Auto aziendale: una lancia Flaminia, il top
per quegli anni. Il suo compito era girare per tutte le filiali del territorio
italiano, isole comprese. Aveva carta bianca, sia per decidere delle promozioni,
che del taglio dei "rami secchi".
Così, dopo due anni, aveva deciso di chiedere a Miriam, la sua ragazza,
conosciuta quando erano tutti e due matricole universitarie, di sposarlo.
Se ne era innamorato subito: capelli rossi, bocca carnosa, sessualmente
attiva, anche in « quei giorni ».
Vent'anni, sempre come fosse il primo giorno. Ma ora, a 45 anni, sempre
più spesso, gli si negava. Classiche scuse: emicrania, stanchezza....
Amava Miriam, cercava di giustificarla, perchè lei, che voleva avere dei
figli, non poteva. Attribuiva questo calo di desiderio, con questa sua
depressione, l'aveva accompagnata anche in Svizzera, in una clinica
specializzata in fecondazione.
Nel frattempo, Francesco, continuava con il suo lavoro, anche se, a 45
anni, viaggiare per tutta la penisola, in auto, un Suv con tutti gli accessori
e comfort possibili, gli pesava sempre più.
Con l'avvento delle frecce, di TRENITALIA, prese la decisione di
viaggiare sempre in treno.
Ufficialmente era per aver modo,
prima di arrivare a destinazione, di leggersi la documentazione, ma in cuor suo,
sapeva che era una scusa, per prolungare quei viaggi.
Fu così, che una mattina .... freccia rossa Torino-Milano ....
Accomodandosi
al suo posto, la vide: Letizia.
Capelli corvini, sciolti sulle spalle, occhi verdi, che notò appena lei
accennò un buon giorno, accavallando le gambe, coperte da un kilt, tenuto da
uno spillone d'oro. Si fissò a guardare cosa stesse leggendo: "L'insostenibile
leggerezza dell'essere". Lei, accortasi, sorrise, scostandosi i capelli sul viso... una bocca
carnosa, sensuale. Francesco si meravigliò dei suoi stessi pensieri. Si sentì fremere ...
fremere di desiderio per quella donna, al punto che, aprendo la 24 ore, gli
caddero dei fogli in terra. Mentre si chinava per raccoglierli, lei accavallò
le gambe e.... "no, non è possibile, ma.......NON HA GLI SLIP!"
Sì, aveva visto bene, quel triangolo che
vedeva, era il suo sesso! Cercò di darsi un contegno, ma la sua faccia, congestionata, tradiva il
suo stato. E lo fu, ancora di più quando lei, prese una matita, e, ripiegando
il libro, ci scrisse sopra qualcosa. Si alzò e chiedendo permesso, con un sorriso, mostrò a Francesco, la
pagina scritta: FOLLOW ME. Fauci secche, battito accelerato, si alzò anche lui e, in trance, la
seguì. Porta della toilette socchiusa. Entrò: non aveva avuto bisogno di
spogliarsi. Le era bastato aprirsi la gonna.
« Prendimi », gli disse. Ma in realtà fu lui ad essere preso. Si ritrovò
fra le sue gambe, avvinghiate alle sue spalle.
Un vortice di sensi, come non provava da tempo, ventre piatto, un monte
di Venere che avrebbe voluto esplorare, ma il posto limitato glielo impediva.
Solo passando le dita sul suo sesso, poté sentire il suo calore.
Il profumo della sua pelle, due aureole scure circondavano i suoi
capezzoli che si ergevano turgidi. Quando si accorse che, mugolando, lei stava avendo un orgasmo, si lasciò
andare all'esplosione del suo sesso.
MILANO CENTRALE
« Siamo arrivati? Non so neanche il tuo nome »
«
Letizia, questo è il mio numero » Prese la matita e glielo scrisse sul petto.
« Sei
sudato, prima che si cancelli, memorizzalo » Richiuse la gonna, con lo spillone ed uscì.
A lui non rimase che darsi una rinfrescata, tornare al posto, prendere
la sua roba e scendere, seppur con le gambe molli. Memorizzò subito quel
numero, sul cellulare, poi, incredulo che fosse vero, scrisse un messaggio:
« Io
sono Francesco »
Risposta: « Ciao Francesco, piacere. Chiamami ogni volta che viaggi,
dimmi in quale hotel scenderai....ti raggiungerò ».