Recensione di "I RICORDI DI PIETRA" romanzo di Rosa Tammone e Giuseppina Iula

09.10.2023
Le due autrici: nonna Pina e Rosa Tammone
Le due autrici: nonna Pina e Rosa Tammone

RECENSIONE "I RICORDI DI PIETRA" di Stefania Bocchetta

"I RICORDI DI PIETRA" è un romanzo che si legge tutto d'un fiato. Le autrici sono Rosa Tammone e Giuseppina Iula: la prima ha raccolto e trascritto i ricordi di tutta una vita di Giuseppina, nonna Pina (mi perdonerà la confidenza), da madre a figlia come un ideale passaggio di mano. I ricordi sono come pietre è vero, su di essi si basano i sentimenti e le emozioni della protagonista, ma di pietra sono fatte anche le case, le strade, ogni angolo del suo paese natio Pietrapertosa, un piccolo borgo lucano fatto di gente che nella pietra ha costruito la propria esistenza basata su tanti sacrifici e sulla stessa emigrazione che oggi noi Italiani viviamo con tanta diffidenza, dimenticandoci del nostro passato, guardando a quelle rocce con timore reverenziale tra credenze, tradizioni, superstizioni. Un tempo i giovani scappavano per trovare fortuna altrove oggi visitano Pietrapertosa per lanciarsi nel Volo dell'Angelo, nell'azzurro del cielo lucano su panorami a strapiombo da mozzare il fiato.

Leggere questo romanzo mi ha emozionato per tanti motivi, primo fra tutti il fatto che rivivere i ricordi di nonna Pina è stato come fare un tuffo in quel passato che tante volte ho sentito raccontare da mio padre e dai miei nonni e che avrei dovuto ascoltare di più.

Ho scoperto così che non c'è molta differenza tra l'Italia contadina di inizi '900: la miseria, la fatica e i sacrifici erano gli stessi in Lucania come in Umbria o in Sardegna come ho avuto modo di leggere recentemente in un romanzo di Giuseppe Dessì. Anche le tradizioni religiose e non, gli usi e i modi di dire sono simili, cambiano solo i dialetti ma i giovanotti corteggiavano allo stesso modo le ragazze, le massaie preparavano il pranzo della festa e di dolci delle ricorrenze alla stessa maniera pur se diversi nei contenuti. Le feste contadine erano le stesse, lo stesso il modo di ammazzare il maiale ma anche lo sposarsi, il partorire ma soprattutto il faticare. Questo romanzo è una iniezione di tenerezza che si sviluppa, cresce ed esplode via via che scorrono le pagine e i ricordi.

Nonna Pina oggi è una simpatica signora che ho avuto l'enorme piacere di conoscere in quanto, un fausto Destino, ha unito i nostri nipoti e fin dal primo istante ho percepito la presenza di un cuore grande perché tante sono le persone che lei ha amato, anzi no, che ama anche se non ci sono più perché lei le custodisce dentro il suo personale "forziere" la cui chiave è un sola: l'AMORE. Lo si avverte in ogni ricordo che ci ha donato, condividendolo con noi; lo si percepisce nel discorso finale dove ho ritrovato il senso delle mie ultime scelte di vita che mi hanno riportato alle mie origini: "…Un albero sviluppa grandi rami quanto più sono profonde le sue radici" è vero perché un popolo che non conserva, tutela e protegge le proprie radici è un popolo morto senza passato e senza futuro, per questo ritengo che "I RICORDI DI PIETRA" dovrebbe essere letto nelle scuole, per far conoscere ai giovani di oggi un'Italia che non c'è più dove tutto, e parlo dell'essenziale non del superfluo, andava conquistato e nulla era dovuto.

Bellissime le parole che rivolge ai nipoti: "Cari nipoti, voi vivete un tempo in cui molte opportunità sono a vostra disposizione. Non sprecate la vostra vita, ma fatene un capolavoro, Non fatevi abbattere dalle circostanze, ma trasformatele in opportunità. Approfittate della conoscenza per espandere la vostra mente e soprattutto il cuore! Non lasciatevi vivere, ma vivete!" e ha ragione perché la conoscenza è libertà, perché avere sogni e scopi aiuta a restare vivi.

E conclude esortandoli: "… Siate rocce di coraggio!".

Un grande insegnamento di una grande nonna! Sì, nonna Pina, è vero, il tempo passerà ugualmente come dici ai tuoi ragazzi in conclusione del tuo romanzo, il romanzo della tua vita, ma nel cuore dei tuoi figli prima e dei tuoi nipoti e pronipoti poi, il seme che hai sparso non andrà smarrito tra i solchi aridi di future generazioni ma germoglierà su fertili terreni.

Grazie nonna Pina.

P.S. io il volo dell'Angelo non lo farò mai!