QUEL MALEDETTO RAVE di Luigi Lucaioli
03.08.2020
QUEL
MALEDETTO RAVE
Di Luigi Lucaioli
Ore 7,30 del mattino. Vengo svegliata dallo squillo del telefono, mi alzo per
andare a rispondere perchè si trova nell'ingresso.
Mi affaccio alla porta della camera di Giulia, per vedere se è rientrata. Da
quando ha compiuto 18 le do il permesso di rientrare tardi. Camera vuota, letto
intatto.....ho già un presentimento.....................alzo la
cornetta....dall'altra parte una voce: «Qui è l'ospedale di ..........sua
figlia ha avuto un incidente ».
Neanche mi lavo, infilo una tuta e parto con la
testa in fiamme, le mani mi tremano.
Ora sono qui, nell'obitorio, che osservo mia
figlia, lì, stesa su quel tavolo di marmo, bianca anche lei da sembrare una
statua.
«No, non è possibile, non può essere lei, la mia Giulia, lei è sempre
stata assennata, no non può essere» continuo a ripetermi. <<ditemi che non è
lei» - Signora, venga ci sono gli agenti che vorrebbero farle delle domande.
Anche se è doloroso, per lei è necessario. E' stata portata qui da un'auto che
è fuggita prima ancora che gli infermieri intervenissero. Abbiamo fatto il
possibile, ma aveva ingerito una quantità di alcool e pastiglie, che ancora non
sappiamo cosa, ma presumiamo sia dovuto ad un mix incontrollato -
«Come è
possibile, io, madre, non conoscevo affatto mia figlia»
Lei sapeva, conosceva sua figlia, chi frequentava. Avevano sempre avuto un dialogo
aperto, sulla droga, sui contraccettivi. Sapeva dei sogni di Giulia, del desiderio
di iscriversi alla facoltà delle comunicazioni, voleva diventare giornalista.
- Di chi sono questi vestiti? Mia figlia non ne ha mai portati così! -
- Mi
spiace, sono tutto ciò che aveva indosso quando l'abbiamo portata in terapia
intensiva -
- Voglio vederli in faccia, questi assassini, hanno
ucciso la mia bambina! -
- Ci dovrebbe permettere di prendere il computer di
sua figlia. Il cellulare lo abbiamo già noi, vorremmo leggere tutti i suoi
messaggi, i suoi contatti, ma sarà molto difficile. Questi raduni avvengono
tramite la rete. Possiamo solo conoscere il luogo dove è avvenuto, purtroppo
è facoltà degli amministratori locali concedere i permessi, ma spesso si
svolgono in località a noi sconosciute, fin quando non avvengono tragedie come
questa-
Ora mi ritrovo qui, sola a piangere una figlia che
mi accorgo di non conoscere così bene come credevo. Continuare a vivere con
questo senso di colpa o seguire mia figlia, nell'oblio?