ALBA SPINA: una donna, una partigiana
Era nata il 7 Agosto 1911 a Chiavazza, vicino a Biella. A tredici anni dovette abbandonare gli studi per entrare in fabbrica, prendendo ben presto coscienza delle difficoltà che incontravano i lavoratori per poter sopravvivere: fame, bassi salari, soprusi. Dalle compagne di lavoro era soprannominata "la rivoluzionaria". Durante il periodo fascista, nel 1932 s'iscrisse al Partito Comunista clandestino. Sospettata di azioni sovversive, tentò di espatriare ma fu fermata e processata. Fu condannata al confino che scontò a Ponza dal 1932 al 1934, dove conobbe Amendola, Pratolongo e altri che diventeranno figure di spicco della Resistenza al Fascismo. L'esperienza del confino fu cruciale per la sua formazione politica. Tornata a Biella nel 1934 riprese il suo lavoro nelle industrie locali. Nel periodo dalla Guerra di Liberazione dovette allontanarsi dalla sua città perché denunciata e ricercata per fatti accaduti il 25 luglio 1943, conseguenti la destituzione del Duce. A Torino fu staffetta partigiana e lavorò per il CLN. Catturata, con documenti molto compromettenti in borsa, venne. Sfuggì al plotone d'esecuzione grazie ad uno scambio. Si recò quindi a Milano dove diede il suo contributo al Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia. Dopo la Liberazione, continuò il suo impegno politico: alle prime elezioni amministrative del marzo 1946 fu presentata dal Partito e fu eletta consigliere comunale di Biella ricoprendo la funzione di Assessore all'Assistenza e Igiene e membro del consiglio ECA nelle Giunte Comunali. Venne rieletta come consigliere alle successive amministrative del 1951, ma non terminò l'impegno assunto perché trasferita a Roma alla Direzione del P.C.I. in Via delle Botteghe Oscure. Dal 1958 seguì l'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) di cui fu nominata Segretario. Negli anni Settanta si ritirò dalla scena politica e da ogni impegno gravoso. Aveva frequentato solo fino alla quinta elementare, ma aveva studiato per tutta la vita. La storia di Alba Spina finì il 10 febbraio 2001, all'età di quasi novant'anni. Lasciò duecento pagine dattiloscritte in cui narra le vicende della sua vita che si possono leggere nella biografia scritta da Silvia Delzoppo.
"La donna ha dato la dimostrazione che anche lei può entrare nella vita politica del Paese. Come ha saputo lottare durante la guerra di Liberazione, è capace di continuare il suo cammino verso la ricostruzione ..." le sue parole.