LO SBIRRO di Luigi Lucaioli

05.08.2020

LO SBIRRO

Vice commissario Angelo Brancaleone. Questo nome appariva, sia sulla porta dell'ufficio, sia sulla sua scrivania. Croce e delizia. Da quando aveva preso servizio, in quel commissariato, aveva dovuto imparare da subito, i lazzi dei suoi subalterni. Gli facevano il verso di quel film: branca... branca.. branca....
Ma era amato e stimato, sia dai colleghi, che dalla popolazione di quel distretto. Anche i cosiddetti "malviventi" avevano rispetto per lui, per la sua carica di umanità. Se poteva, evitava di far subire condanne o arresti, quando sapeva che, a commettere furtarelli erano padri di famiglia, disoccupati. Era diventato il beniamino degli anziani. 
Più di una volta, quando gli avevano portato persone anziane, che avevano rubato nei supermercati, aveva fatto sì, che venisse ritirata la denuncia a loro carico e aveva provveduto, a proprie spese a risarcire la merce al negoziante. 
Proprio per questo suo modo di fare, era malvisto dai suoi superiori, al punto che, molti suoi colleghi, nel giro di dieci anni, gli erano passati avanti, mentre lui, come "promozione", era stato destinato ad una task force, che si occupava di un serial killer, che colpiva a macchia di leopardo ma, a detta degli esperti (psicologi, psichiatri, profiler) ed anche di un agente della famosa FBI, si trattava, dal suo modus operandi, della stessa persona.
Mentre radunava i suoi effetti, si soffermò a quanto stava lasciando per andare nella nuova sede. Lui, abituato a lavorare da solo, avrebbe dovuto collaborare con quei "tromboni". Già due volte, in fase di costituzione di questo gruppo di lavoro, aveva avuto modo di sentire opinioni, convincimenti, di ogni singolo individuo: 10 persone e 10 pareri differenti. 
Arrivato a casa, non trovando sua moglie, anche lei in Polizia, nella squadra buoncostume, prese il fascicolo e cominciò a studiare quelle carte, a sfogliare quelle foto: unico denominatore comune, persone che avevano commesso un delitto, ma ancora a piede libero. 
Un pirata della strada: omicidio vittime. Ma si era presentato il giorno dopo. Oppure sospettato di aver ucciso moglie e figli, ma libero perché aveva un alibi. Cinque casi da risolvere,cinque cadaveri, distanti tra di loro ma tutti, si erano precedentemente macchiati di un delitto. Eppure, la risposta era proprio lì anche se i giornali, riportando le notizie, avevano omesso le generalità delle vittime, la risposta era una sola: c'era una talpa in procura. Se non addirittura, la talpa stessa era il killer. O qualcuno dei giornalisti? 
Ricominciò da capo a sfogliare il dossier. Voleva appurare se, ad ogni conferenza stampa di qualsiasi distretto, ci fossero stati presenti gli stessi giornalisti. Cosa facile da accertare. Come era ovvio che, esistendo la task force, le varie procure avessero unificato i dossier. Lavoro lungo e meticoloso, ma avrebbe portato a qualche risultato?  
Gente che ruotava intorno a questi casi, anche indirettamente, erano più di duecento, certo, non poteva convocarli tutti. A che titolo? Anche gli addetti alle pulizie, entrando negli uffici, potevano leggere i fascicoli. 
"No, quelli vanno scartati subito, non possono avere il dono dell'ubiquità. Devo circoscrivere a quanti, per il loro lavoro, devono continuamente spostarsi. Ecco, questo potrebbe essere un buon inizio", pensò Brancaleone. Ma, sentendo la porta aprirsi, si alzò per andare incontro a sua moglie. Baciandola, si accorse di quanto fosse scura in volto.
«Giornata pesante?» le chiese. 
« Siediti, devo parlarti » 
« Rita.... » 
« schhhhh.... Oggi non ero al lavoro, ma in ospedale: ho il cancro.... Tre mesi di vita. E' ciò che rimane della mia esistenza. Quindi è ora che ti confessi un segreto, che tu dovrai mantenere anche dopo... Quando tu mi raccontavi, o sentivo al tg, le notizie dei delitti, io andavo a chiedere i nomi, con la scusa che stavo seguendo una pista. IO... ho eseguito quelle sentenze di morte! Non volevo che, con queste leggi, la facessero franca. Ma ora che tu fai parte della task force, temo che, quando si scoprirà tutto, tu venga accusato di complicità nei miei confronti ». 
« Ma..... » 
« Taci e ascoltami bene: voglio che sia tu, a "scoprirmi" e ad arrestarmi. Prima ancora che inizi il processo, io non ci sarò più e tu avrai la tua promozione.

Ed ora, amami ....come la prima volta. »