L'ISOLA CHE NON C'E' di Luigi Lucaioli
L'ISOLA CHE NON C'E'
di L.Lucaioli.
Ed eccomi, nel 2014, a fare un bilancio della mia vita. Cerco di illudermi che
sia tarata male, forse per giustificare il fatto che penda tutta da una parte?
Mai avrei immaginato che, quando pensavo di non aspettarmi più niente, un
amico, ascoltando il mio elucubrare sulle delusioni della vita, come quella di
fuggire da tutto e da tutti, andarmene in un'isola sperduta, a fare il guardiano del faro sì, gli avevo raccontato che, cercando
nel web, avevo trovato dei paesi che offrivano la possibilità di questo
"lavoro" anomalo. Si trattava di risiedere in un' isoletta sperduta,
aperta al turismo solo sei mesi l'anno. Ahimè, purtroppo anche lì grossa
delusione: si richiedeva conoscenza della storia e di almeno due lingue
parlate.
«Ma ancora credi che possa esistere un posto isolato nel mondo? Non sai che anche gli isolotti più sperduti se li comprano i miliardari, russi, cinesi, per farne il loro paradiso?»
Già, è vero, pensai. Però questo riportarmi alla realtà fece scattare in me
un senso di ribellione. Non volevo cedere alla ennesima sconfitta. Smanettando
su internet, per navigare con la fantasia, guardai i voli lowcost, last minute,
le località... una mi colpì: 19 euro, volo S.Elpidio-Cagliari.
Mai avrei immaginato che, prendendo quella decisione così repentina, la
mia vita avrebbe preso una nuova piega.
On-line prenotai il volo, con la mia vecchia "carolina", dopo
aver messo quattro "stracci" in un borsone, raggiunsi l'aeroporto.
Ed eccomi qua : cartelloni pubblicitari che invitano a visitare Capo
Spartivento.
Un bus navetta era pronto a caricare quanti dovevano raggiungere
l'hotel. Salii anche io. L'autista non chiese niente, si limitò a caricare i
bagagli degli ospiti, compreso il mio, che mi guardai bene a dirgli che non ero
diretto lì ma volevo almeno vedere questo posto, prima di far ritorno, la sera
stessa, alla mia "prigione". Così
ormai definivo il luogo dove vivevo.
Cercando di darmi un'aria da turista, entrai nel bar dell'hotel. Una
signora sorridendo gentilmente, mi fece notare che a quell'ora, non servivano.
« Volevo solo una bottiglia di acqua, sa, in aereo non fanno passare con le
bottiglie, neanche di plastica»
« Nella sua camera, troverà tutto ciò che le occorre» le confessai
candidamente che non ero cliente dell'hotel. Molto sorpresa e sicuramente
incuriosita, mi chiese come mai mi trovassi lì. Non so perchè, o forse vedendo
la sua disponibilità, le raccontai di questa mia "fuga dalla realtà".
Rimasi colpito dal suo candore, quando mi disse che, finito il suo lavoro
(era là solo per le pulizie), mi avrebbe accompagnato a visitare il faro di
Capo Spartivento.
Ora sono ancora qui. La mia auto, la vecchia "carolina" ferma in quel
parcheggio, chissà se si rimetterà in moto quando tornerò. Ma tornerò? Si sta
cosi bene qui, con Gavina che non chiede niente di me, né del mio
passato.........