LE LEGGENDE: IL PONTE SANGUINARIO DI SPOLETO
IL PONTE SANGUINARIO DI SPOLETO
Le vicende che la tradizione popolare lega al Ponte Sanguinario di Spoleto sono molte, tanto che le fonti storiche non sono riuscite finora a risalire con certezza all'avvenimento che ha dato origine al nome di questo ponte. La vicenda più papabile per la tradizione è quella della martirio di San Ponziano, patrono della città.
Intorno al II secolo d. C., sotto il regno di Marco Aurelio, imperatore dell'Impero romano, viveva a Spoleto un giovane nobile di nome Ponziano. Un giorno conobbe un anziano predicatore che era da poco arrivato in città. Il vecchio affermava che gli dei adorati dai Romani non erano che un'illusione, e che tutti gli uomini in realtà erano stati creati da un solo essere perfetto, un unico Dio benevolo che avrebbe ricompensato con la vita eterna chiunque avesse seguito la sua parola. Il giovane rimase turbato da quelle parole. Appena si fu assopito, quel Dio raccontato dal vecchio qualche ora prima gli apparve in sogno e gli chiese di diventare suo servitore. Il sogno era così realistico e l'emozione così travolgente, che Ponziano non ebbe alcuna esitazione: si convertì e cominciò anche lui a predicare la religione dei Cristiani. Ovviamente la reazione di Roma non si fece attendere: Marco Aurelio inviò a Spoleto i suoi soldati che non risparmiarono a Ponziano spietate persecuzioni. La leggenda popolare racconta che il giovane fu dapprima gettato nell'anfiteatro ‒ ancora visibile nei pressi del ponte ‒ in preda ai leoni, ma questi non osarono avvicinarsi. Allora i centurioni lo presero e lo gettarono sui carboni ardenti, ma Ponziano ancora una volta rimase illeso. A quel punto i soldati, snervati e anche un po' impauriti, lo condussero sul ponte che al tempo conduceva la Via Flaminia oltre il fiume Tessino e Ponziano, come molti altri cristiani, venne decapitato e la sua testa gettata dal ponte. Oggi il fiume Tessino ha deviato naturalmente il corso verso est e le numerose piene nel corso dei secoli seppellerono il ponte che è stato rinvenuto solamente nel 1817, insieme ad altri reperti storici di epoca romana.
Un'altra leggenda sul Ponte Sanguinario di Spoleto ma meno cruenta narra che in realtà di chiamasse Ponte di San Gregorio, nome derivante dall'attigua chiesa omonima e che la parola "sanguinario" derivi da una deformazione di "sagregorio".
Invece la terza leggenda della quale vi parliamo è un po' più inquietante e ci racconta che "Sanguinario" deriverebbe dalla storpiatura "sandapilarius", parola con la quale veniva chiamata la porta dell'anfiteatro direttamente collegata al ponte. Una delle traduzioni di "sandapilarius" è necroforo o becchino ma nessuno è riuscito a scoprire perché sia stato attribuito al ponte.
Magari facendo una visitina al Ponte Sanguinario di Spoleto potrete scoprire altre storie e fare vostra quella che vi piace di più.