I DELITTI DELL'ISOLA: V° CAPITOLO E FINALE
24.07.2020
L'investigatore si
precipitò al vecchio mulino a vento, sotto le mura del castello, sulla riva del
Trasimeno. Il corpo della ragazza era ancora lì, come lui aveva speraTo,
penzolante da un vecchia corda: voleva vedere la scena prima che venisse
alterata.
- Si è suicidata!
Sapeva di essere stata scoperta e che l'avrei accusata dell'omicidio di
Sampieri e di quello del Ludovisi. Il caso è risolto! - sentenziò soddisfatto
il commissario.
- Nient'affatto, amico
mio! Stai prendendo una memorabile cantonata che potrebbe costarci un'altra
vita umana! - replicò l'investigatore deciso.
- Cosa intendi dire? -
chiese spazientito Poletti, ci si metteva pure Parenti, ora!
- Che non si tratta di
un suicidio! Guarda bene il corpo! I piedi poggiano quasi a terra, la corda è
troppo lunga per strozzarla e per lasciare quei lividi sul collo. Ed anche
troppo vecchia e deteriorata per reggere il peso dello strattone di un corpo
che si lancia nel vuoto. Sono sicuro che l'autopsia troverà tracce di un tipo
di corda diverso da quella. Poi dov'è finita la scarpa destra che manca al
cadavere? Io penso che la troveremo da qualche parte nel bosco, lì dove è stata
attirata ed uccisa, per poi venire portata in braccio fino a qua. Nel tragitto
le si è smagliata una calza, vedi? Non vorrai credere che una ragazza così
attenta al proprio look uscisse con le calze rotte!? E' stata strangolata! -
concluse deciso l'investigatore.
- E da chi? E perché?
- chiese ancora più insofferente il commissario.
- Dalla stessa persona
che ha ucciso Sampieri e Ludovisi, che ha accumulato indizi contro la ragazza e
poi ha inscenato questo finto suicidio per portarti fuori strada. Una mente
diabolica e molto pericolosa! - e la voce di Parenti era quasi diventata un
sussurro, quasi temesse di evocarne la presenza malvagia.
- Dottor Poletti!
Abbiamo trovato questa, era dietro un cespuglio, lungo la scarpata! - un
poliziotto porse al commissario la scarpa destra di Giusi Mondello. Lui si
rigirò l'elegante sandalo tra le mani nervose e poi si rivolse all'amico: - Chi
è? - ma un grido proveniente dal castello interruppe il loro dialogo: un urlo
che fece accapponare la pelle: non aveva nulla di umano.
Rimasti da soli, Donna Assunta chiese ad Artemisio di andare a prenderle una
tisana ed alle proteste di lui, che per tale servizio c'erano le cameriere, lei
rispose, quasi supplicandolo, di non voler vedere nessuno: era troppo provata dalle
notizie appena ricevute. Eppoi, in fondo, lì su quel terrazzo che cosa poteva
mai accaderle? Artemisio,
con notevole riluttanza e manifesto disappunto, la lasciò da sola per eseguire i suoi
ordini. In realtà Donna Assunta voleva tornare sulla torre, il punto più alto
del castello, per cercare di alleviare il dolore riempiendo occhi e cuore con
le immagini della sua terra. Salì fin lassù e respirò l'aria pulita, fresca
della sera, chiudendo per un attimo gli occhi. Passeggiò lungo i merli per
permettere allo sguardo di spaziare liberamente. Udiva le voci concitate, gli
ordini impartiti che animavano la zona intorno al mulino a vento, ma scacciò
con rabbia l'immagine che si era creata nella sua mente di quel giovane corpo,
privo di vita, pendere da una corda.
- Ciao, mamma cara!
Sola, soletta? Dov'è quel tuo energumeno ignorante? - Gustavo Camillo era
apparso all'improvviso alle sue spalle, facendola sussultare - Oh, poverina! Ti
ho spaventata! -
- So tutto! Perché mi
hai ingannata? Un giorno sarebbe stato tutto tuo! - esordì lei furiosa.
- Un giorno? Quando?
Quando sarò troppo vecchio per potermelo godere? Ah no, mamma cara, è ora che
voglio vivere! E poi, cosa sai? - Lei gli disse della storia con il Morassuti,
della tresca con il Ludovisi.
- Immagino sia stato quell'omuncolo
di investigatore a scoprire tutto. Avrei dovuto uccidere anche lui, come ho
fatto con quel microbo di Sampieri! -
-Tu? Sei stato tu ad
uccidere il dottor Sampieri? - esclamò stupefatta ed incredula.
- Eh sì! Devo dire che
hai sempre avuto fiuto nello sceglierti i collaboratori! Davvero in gamba quel
Sampieri, troppo in gamba! Ha scoperto che dietro alla truffa ai danni
dell'azienda, in realtà, la mente ero io. Ludovisi era solo una miserabile pedina, che ha osato ricattarmi ed allora ho dovuto escogitare un piano! Sono andato da
Sampieri prima dell'inizio della festa, per capire cosa avesse scoperto. Avevo
sentito la sua telefonata a Parenti e dovevo scoprirlo, ma lui si è rifiutato di
dirmelo. Ho dovuto ucciderlo col mazzafrusto. Sono uscito dall'ufficio ma non
ho chiuso la porta, così sono potuto rientrare senza farmi sentire e colpirlo
alle spalle! Mi dispiace per la tua collezione, mamma, ora è mancante di un
mazzafrusto che giace in fondo al tuo amato lago. Poi è bastato un orecchino, sottratto a quella puttanella, ed un suo capello addosso al cadavere e quello
stolto di commissario c'è cascato con tutte le scarpe! - una risata gli sgorgò
piena di soddisfazione.
- Ho generato un
mostro! - Donna Assunta era inorridita.
- Ah, mia cara
mammina, mica è finita qui! Ho fatto anche di meglio! Sì, il Ludovisi ha
iniziato a ricattarmi, minacciando di venire da te a dirti tutto e quindi mi ha
costretto ad ucciderlo. Non è colpa mia, come non lo è la morte di Sampieri.
Entrambi si erano messi in testa di ostacolarmi e gli ostacoli si eliminano.
Sono stato costretto ma non è stato difficile. Sapevo a che ora sarebbe
arrivato sull'isola e che aveva fissato una camera in albergo. Gli ho inviato
un sms col cellulare della sua puttana e lui c'è cascato. E' arrivato al rudere
della torre convinto di avere un appuntamento con la sua morosa, invece
l'attendeva la morte. Pensa che mi sono travestito da donna nel timore che
qualcuno mi riconoscesse e quando lui mi ha visto, è rimasto sconcertato, quel
tanto che bastava per permettermi di colpirlo col tagliacarte. Ovviamente vi
hanno trovato le impronte di Giusi che, su mia sollecitazione, lo aveva così
tanto ammirato, rigirandolo tra le sue mani. Poi per completare l'opera dei
falsi indizi, l'ho pure baciato ma sulle labbra mi ero passato il rossetto che
avevo rubato alla Giusi. Sono stato bravo, vero? Ho pensato proprio a tutto! -
era fiero di sé, sua madre glielo leggeva nel volto soddisfatto.
- Sei peggio di un
mostro! -
- Ma ancora non ho
finito! I complimenti alla fine, su che sennò mi monto la testa! - e rise di
nuovo, godendosi ogni espressione sul volto di sua madre - Non potevo lasciare in
giro quella puttanella, per quanto oramai quella rapa di un commissario sia convinto della sua colpevolezza. Un buon avvocato, o quel tuo investigatore, potevano buttare all'aria i miei piani scoprendo la verità e quindi ho dovuto
occuparmi di lei. Sono stato costretto, capisci? L'ho attirata lungo il
sentiero che porta giù al mulino, facendole credere che c'era una barca mandata
dal Ludovisi per portarla via, ma doveva fare in fretta, lasciare tutto e
scappare mentre distraevo il poliziotto. L'ho attirato fuori dalla vista della
camera di Giusi, provocando rumori sospetti e lei è riuscita a scappare. Ci
siamo incontrati sul sentiero, l'ho strangolata con un laccio e poi l'ho presa
in braccio e l'ho portata al mulino e lì le ho passato il cappio intorno al
collo e l'ho lasciata penzolare. Così ho inscenato il suicidio dell'unica
indiziata! -
- E tutto questo per i
soldi! - lo accusò lei.
- E per cos'altro?
Cosa c'è di più importante dei soldi, che ti permettono di vivere bene? Se non
fosse per i soldi, tu non avresti tutto questo, non avresti realizzato il tuo
sogno -
- Io me li sono sudati
i miei soldi! -
- Oh, brava! Io invece
preferisco vie più facili, anche se non proprio legali. Però devi ammettere che
sono stato davvero geniale! -
- No, sei solo un
assassino, un essere spregevole, mi fai ribrezzo! -
- Peccato, avrei
preferito sentirti dire che sono stato un genio ad architettare tutto ciò! Ma,
cara mamma, ti sei chiesta perché ti sto raccontando tutto? -
Gustavo Camillo
mosse qualche passo verso di lei; Donna Assunta ebbe come un lampo di orrore,
la risposta le esplose in testa come una bomba.
- Vuoi uccidere anche
me! -
- Bingo! Brava mamma!
Così mi prendo tutto! - sorrideva beffardo.
- Perché non l'hai
fatto prima? Sai che ho cambiato il testamento e non avrai che le briciole di
tutto il patrimonio e se scopriranno che sei stato tu, nemmeno quelle! Chi
incolperai della mia morte? -
- Ma te stessa, mia
cara mamma! Cosa può fare una donna disperata che ha scoperto che il figlio è
gay e che l'ha derubata per anni, se non suicidarsi gettandosi dalla torre del
suo amato castello? Eppoi il tuo nuovo testamento non è mai arrivato al tuo avvocato.
Sai basta una segretaria che gioca ai videopoker, indebitata fortemente, magari
con Morassuti e la busta sparisce, puff! - le rispose mentre un laccio gli
apparve fra le mani.
- No, non puoi farlo!
- Donna Assunta ora aveva davvero paura - Sei pazzo! -
- Sì, forse ho
ereditato qualche tara mentale dal ramo paterno, ma oramai nessuno può più
fermarmi! -
- Lo farò io! -
Artemisio era apparso alle spalle di Gustavo Camillo nello stesso istante in
cui lui, con uno scatto felino, aveva cinto il collo di sua madre col laccio.
Afferrò il giovane per la gola ed iniziò a stringere e più le sue dita si
serravano e soffocavano Gustavo, più questi allentava la presa sulla madre,
fino ad abbandonarla del tutto per difendersi e liberare la sua gola dal
soffocamento. Artemisio era però un uomo forte, dalle mani grandi e robuste,
così come ultimo tentativo, con le poche forze rimaste il giovane Sammarchi
sferrò una gomitata all'indietro, colpendo l'altro all'addome. Artemisio
allentò per un attimo la morsa, abbastanza per permettere a Gustavo di
assestargli un altro colpo al basso ventre. Piegato in due per il dolore,
l'uomo anziano mollò la presa sul collo del giovane, il quale, ripreso fiato,
si lanciò di rincorsa a braccia tese contro l'avversario, con il chiaro intento
di spingerlo giù dalla torre.
- Attento, Artemisio!
- il gridò di Donna Assunta fu sufficiente a metterlo sull'avviso, così il
vecchio si spostò di lato, giusto il tempo per salvarsi la vita ma troppo tardi
per Gustavo per fermare la propria folle corsa: volò oltre i merli della torre,
giù fino a schiantarsi sul terreno sottostante. Fu il grido che lanciò al cielo
durante la caduta a richiamare l'attenzione del commissario Poletti e
dell'investigatore Parenti o quello di sua madre nel vederlo precipitare?
Nessuno avrebbe saputo dirlo. Quando giunsero sulla sommità della torre,
trovarono solo Donna Assunta che soccorreva Artemisio, il suo volto era
cambiato, la sua espressione era carica di dolore e una piega amara le
increspava la bocca: non sarebbe più scomparsa!