ERNESTO: VI° CAPITOLO di Luigi Lucaioli

13.02.2023

CAPITOLO 6

Cominciai a leggerlo, ma ero talmente preso da tutti gli eventi che si erano succeduti che non riuscivo a concentrarmi. Evidentemente mi ero addormentato con il libro aperto, perché la mattina me lo ritrovai dentro il letto, tutto spiegazzato. Fatta colazione, andai al solito colloquio con Claudio e domandai a lui se poteva chiedere a Lisa e Anna se potevano farmi andare in cucina. Mi ero incuriosito per quella proposta, al tempo stesso poteva essere un modo per risvegliare la mia memoria. Claudio la ritenne una buona idea, prese il telefono e chiamò l'interno dell'ufficio. Rispose Lisa che doveva chiedere a chi era di turno se fosse disponibile al cambio; dopo pochi minuti richiamò dicendo che sì, potevo andare in cucina. Mi stavo avviando verso questa avventura (lo era per me allora) quando Giovanna, una delle ospiti, venne a chiamarmi: c'erano due poliziotti e un signore in borghese che volevano parlarmi. Avevano già parlato con Claudio, che aveva dato il consenso. Sentii battermi forte il cuore, in pochi secondi mille pensieri mi attraversavano la mente: si era fatto vivo qualcuno che mi conosceva? Oppure avevo commesso qualche crimine e poi la commozione cerebrale mi aveva fatto perdere la memoria?

<<Buongiorno, signor Ernesto. Eravamo passati per chiedere al Dott. Martini se cominciava a ricordare qualcosa e se noi potevamo farle qualche domanda, se la sente di rispondere?>>

<<Ma certo, solo che, per quanti sforzi stia facendo, non riesco a ricordare proprio niente>>

<<Non si preoccupi, il dottore ce lo aveva già accennato. Ha anche detto che lei parla due lingue e, vista la zona dove è stato trovato, si ipotizza che lei non possa venire da molto lontano dopo aver perso la memoria, perché le sue condizioni fisiche erano ottimali, quindi non poteva essere da molti giorni che lei vagava senza meta. Ci scusi tanto e auguri per la sua guarigione>>

Tutto il dialogo era avvenuto con l'uomo in borghese. Si trattava di un ispettore, mentre i due agenti in divisa si guardavano intorno, soprattutto le ospiti femminili destavano la loro curiosità e attenzione. Riuscii ad udire un loro commento:<<Non è un ospizio, né una casa di riposo, vedi che sono tutte abbastanza giovani? E le signore? Mica male!>> mentre se ne andavano notai che le loro teste spesso si voltavano all'indietro.

<<Ragazze, avete fatto conquiste! I due poliziotti non vi hanno tolto gli occhi di dosso>> esordii rivolgendomi alle ospiti che di rimando, sempre in tono scherzoso, mi risposero:<<Noi credevamo fossero venuti a prenderti!>>.

Stavano ancora ridendo quando Lisa rivolgendosi a me:<<Ernesto, non avrai mica dimenticato cosa avevi chiesto di fare stamattina!>>

Mi avviai verso la cucina, volevo imparare a fare qualcosa, ma soprattutto volevo essere impegnato per non stare a pensare troppo. Mentre ero in cucina e osservavo le due ospiti che stavano preparando delle verdure e della carne, scattò in me un campanello che doveva per forza essere rivelatore. L'idea che mi balzò in testa doveva essere legata al mio passato: chiesi a loro se sapevano fare la polenta e la fonduta, mi guardarono con occhi sgranati!

<<Sì, le sappiamo fare, ma non abbiamo gli ingredienti. Come tu sai, non tutti qui sono di queste parti>> mi rispose Dolores, una delle cuoche del giorno. E l'altra, credo si chiamasse Giovanna, anche lei di rimando:<<Però! Per essere lo smemorato di Collegno..>>

<<Come scusa?>>

<<Niente, lascia perdere, è un film con Totò>> disse Dolores.

<<Beh, raccontatemelo, voglio sapere, il tempo lo abbiamo>> e così presero a raccontarmi la trama del film. Mi dissero anche che i film di Totò li trasmettevano spesso in TV.

<<E così aggiungiamo un altro tassello, come vedi, alla tua memoria. Pian piano riaffioreranno cose che già conoscevi. Ti avevo detto che ci voleva pazienza, dovremmo essere sulla strada buona>>

Mi piaceva stare in cucina, preparare le salse, assaggiare i cibi. La cosa antipatica era lavare pentole e stoviglie, mi nauseava l'unto e i pezzetti di cibo che restavano sul fondo dei piatti e delle padelle. Ironia della sorte, soprattutto alle ospiti donne, piaceva un programma di cucina, quindi altra dose di ricette che non riuscivo a memorizzare. Mi divertivo molto quando c'era la discussione tra gli ospiti, quando c'era un programma sportivo. Alla fine gli uomini dovevano ricorrere alla TV del dottore che, ridendo sotto i baffi, li lasciava nel suo studio contento perché poi, prima di andare via, in segno di gratitudine, rimettevano in ordine sempre meglio di come lo avevano trovato. Dovetti sorbirmi i rimproveri dei miei compagni che sostenevano facessi il "pesce in barile", che mi mantenessi neutro per non farmi odiare dalle donne. Dovetti faticare non poco per convincerli che non mi interessavano i programmi TV, né di cucina né di sport. Amavo leggere e, pur restando nella sala TV per stare in compagnia, avevo sempre un libro con me: la biblioteca era ben fornita. Erano state donazioni del Comune, di qualche cittadino, qualche libro era contrassegnato col timbro della biblioteca comunale, che li lasciava in prestito per un periodo di tempo. Era stata una richiesta da parte degli ospiti, dopo che si era verificato uno spiacevole battibecco tra gli abitanti del Comune e gli ospiti della casa-famiglia. Associavano la casa-famiglia ad un ricovero di ex delinquenti o ex tossici. A nulla erano valsi gli appelli del Sindaco. Da allora gli ospiti uscivano solo per le commissioni della Casa. Mi rattristò molto conoscere questa storia. Avevo imparato tutto di ogni singolo residente della Casa, sapevo che persone speciali erano. Sentivo che mi stavo affezionando a loro, cosa che a detta di Claudio soprattutto (ma anche di Anna), era meglio non succedesse. Era più forte di me. A Claudio spiegai e chiesi se non fosse perché, forse, prima di allora non avessi affetti? Come è possibile che mi fossi legato a loro come se li conoscessi da sempre? Ero destinato a non riacquistare più la memoria, quindi io nascevo veramente a 40 anni?

<<Devi smetterla di avere questa paura, ci vuole tempo. A volte purtroppo ci sono voluti anni in alcuni casi, mentre in altri solo pochi giorni. Vedrai, verrà il momento che accadrà qualcosa di buono. Ti dico una cosa che doveva rimanere segreta fino all'ora di cena: Romolo se ne andrà da questa casa, si rifarà una vita. Stasera ci darà l'annuncio, perciò fino ad allora... ssshhh.... Farai la faccia sorpresa>>

Non volevo smontare quel sano ottimismo che Claudio, come dottore ostentava. Avevo mille dubbi, ma uno in particolare non mi piaceva: se la mia vecchia vita non avessi voluto riprenderla? Avrei fatto soffrire qualcuno o magari un piacere. Di sicuro avrei fatto soffrire Anna. La mia relazione con lei proseguiva molto bene. Ogni volta che potevamo stare insieme scoprivamo qualcosa l'uno dell'altra. L'unico rammarico era che lei mi raccontava la sua vita, di come era arrivata alla Casa-famiglia, mentre la mia vita cominciava da quando mi avevano trovato su quella strada e non mi ricordavo neanche come mi chiamassi.