ERNESTO: CAPITOLO XIII° di Luigi Lucaioli

15.03.2023

CAPITOLO 13

Grandi cambiamenti si annunciavano nella Casa; era iniziato in sordina questo esperimento voluto e finanziato da un "anonimo" che si sapeva essere stato lui stesso vittima del sistema, rimasto senza famiglia, senza soldi, si era riscattato e aveva fatto fortuna e senza dimenticare il suo passato, aveva fatto di tutto per creare la Fondazione "Aurora", per dare a quanti, come lui, la possibilità di veder risorgere il sole del proprio futuro. Tra mille difficoltà si era riusciti ad ottenere la collaborazione, anche in termini economici, degli Enti Pubblici e, dopo gli ultimi avvenimenti, anche il rapporto coi cittadini stava diventando sempre più solidale.

Fummo chiamati tutti in sala TV; Claudio doveva parlarci. Sarebbe arrivato un nuovo ospite, avrebbe preso il posto di Aldo.

<<Dovete sapere che la Fondazione ha ricevuto molte richieste di ospitare persone che, come voi, si ritrovano ad affrontare difficoltà che da soli non riuscireste a superare. Siamo una famiglia, ci siamo affezionati gli uni agli altri, non fate sentire il nuovo arrivato un intruso, ma un fratello, come lo è stato Aldo>> e mentre tutti applaudivano, Franca scoppiò in lacrime e scappò via.

Le corse dietro Anna, per cercare di consolarla. Mi riferì una parte del dialogo che avevano avuto. Questo è quanto le disse Anna:<<Per quanto doloroso sia, ti porterai dietro il ricordo di lui, l'amore che provava per te non sarà più per nessuno. Io devo prepararmi invece a dimenticare Ernesto, sta ritrovando la memoria e tra un po' tornerà alla sua vita. Dobbiamo farci forza, ne abbiamo passate tante, supereremo anche questo>>

Il nuovo ospite si chiamava Michele, proveniva da una città della Sicilia. Era stato vittima di una organizzazione criminale che lo aveva portato al fallimento. In un momento di disperazione aveva tentato di uccidere colui che riteneva essere il capo dei criminali ma, sua moglie si era accorta del suo proposito ed aveva fatto intervenire la Polizia, così che lui aveva dovuto, oltre alla beffa, scontare il carcere per tentato omicidio e possesso illegale di arma. A seguito di questo, era stato lui stesso a lasciare la moglie. Non poteva vivere della carità che i familiari di lei gli offrivano. Aveva girato mezza Italia, vivendo come un barbone fin quando a Milano, un volontario della CRI era riuscito a convincerlo e a farlo ospitare nella Casa-Famiglia. Quando arrivò da noi, entrando nel salone, si era guardato intorno, aveva osservato uno per uno tutti noi e… pianse. Quando il nodo che aveva in gola svanì, ringraziò per averlo accolto nella Casa. Erano tre anni che vagava per l'Italia, sporco, senza poter lavarsi e dormire se non nei parchi, sotto cumuli di cartone, ovunque andasse lo prendevano per un ubriacone o per un tossico. Spesso le parole che gli risuonavano nella testa erano:<<Vai a lavorare, parassita della società>>.

Sentirsi accolto così calorosamente lo rincuorava e lo faceva sorridere. Era la prima volta dopo tanti anni. Mentre tutti si avvicinavano al nuovo ospite per stringergli la mano, notai che Lisa aveva sussurrato qualcosa all'orecchio di Claudio e poi si era allontanata dalla sala; lui mi prese in disparte dicendomi.

<<La nostra seduta è rimandata, oggi dovrai prendere il posto di Lisa e far conoscere la Casa e le nostre attività al nuovo ospite>>

Così mi presentai a Michele:<<Ciao, chiamami Ernesto, è così che mi chiamano tutti. Vieni, ti faccio conoscere la Casa. Qui la chiamiamo così ma, in realtà, è Villa Aurora, un regalo della Fondazione per la Casa-Famiglia. Tutti noi ospiti proveniamo da un passato "problematico", avrai modo di conoscere le nostre storie. Siamo tutti amici e fratelli e abbiamo un legame solidale>>

Gli raccontai un po' di me, per fargli capire che a differenza di tutti gli altri ospiti, il mio passato non avrei saputo raccontarglielo, in quanto non lo conoscevo neanche io. Ma forse di lì a breve, avrei riacquistato la memoria che mi avrebbe permesso di scoprirlo e decidere del mio futuro. Mentre gli dicevo queste cose, in cuor mio speravo di restare così, per rimanere con Anna e crearmi una mia nuova vita.

Nell'aria dovevano esserci molte novità ma io non le percepivo al momento, ero troppo preso dal pensiero di questi flash che erano sopraggiunti dopo la sera del karaoke. A sera, parlandone con Anna, le dissi della richiesta di Claudio di occuparmi di Michele, il nuovo ospite, al posto di Lisa, che avevo visto allontanarsi senza fare ritorno. Non feci caso al fatto che non mi aveva risposto, cambiando argomento. In quel momento ero con lei e tutto il resto non contava. Il mattino seguente andai da Claudio per la seduta, che ormai si svolgeva come uno scambio di vedute tra amici, piuttosto che tra paziente e psicologo. Entrammo subito in argomento, avevo tante cose da riferirgli che dimenticai di chiedergli di Lisa.

Il mattino seguente sapevo già cosa dire a Claudio: dopo il karaoke, non capivo bene se fossi in un dormiveglia o avessi degli squarci di ricordi, ma quella canzone mi aveva fatto ricordare che conoscevo altri testi di quel cantante e nella mia mente mi rivedevo ad un concerto a Londra. Era possibile?

<<Certo che sì! A Londra c'è stato un memorial in onore di Freddy Mercury, quindi devi averlo vissuto in prima persona. Dai che sei sulla buona strada! Tra un po' ti riapproprierai della tua identità e sarai libero>>

<<Lo dico a te, non solo come terapeuta, ma all'amico quale ti ritengo: ho paura di scoprire la verità. Non vorrei lasciare Anna, per poi tornare ad una vita che non mi piaceva! E se scoprissi di aver fatto del male ad altre persone?>>

<<Dovrai affrontare la realtà e prenderti le tue responsabilità, potrai sempre decidere in seguito se tornare alla vita di prima o restare così, col tuo presente e il futuro che vorrai costruirti. A meno che tu non abbia un buon introito dalla vita precedente, potrai sempre dedicarti alle traduzioni e magari scrivere un libro sulla tua storia. Ora cerca di rilassarti e fai gli onori di casa a Michele. Ha bisogno di ritrovare intorno a sé un po' di calore umano>>.

Feci vedere a Michele la bacheca dove c'erano gli "ordini di servizio", da fare sempre in coppia ma, per i primi tempi, pensai di sospendere i turni che sarebbero toccati a Franca e Michele, al quale raccontai tutta la storia.

<<Anzi, andiamo a dirlo subito a Lisa che è la coordinatrice delle attività, ma penso mi darà ragione>>.

Bussai alla porta di Lisa, non ricevendo risposta provai di nuovo. Al terzo tentativo aprii pensando stesse al telefono e non avesse potuto rispondermi, ma l'ufficio era vuoto. Strano, non era giorno di spesa e il furgone era in cortile ma non c'era la sua auto. Mi ero molto incuriosito, perciò cercai Anna per chiederle di Lisa, ma non trovai neanche lei. Probabilmente erano andate ad un incontro con gli amministratori della Fondazione, per un rapporto trimestrale. Accantonai questo pensiero e mi dedicai completamente al nuovo ospite, al quale feci fare lo stesso "giro turistico" che avevo fatto al mio arrivo. Parlando, mi raccontò della sua vita, dei guai che aveva passato, del divorzio ottenuto quando era ancora in carcere. L'unica cosa positiva era che non doveva preoccuparsi più degli alimenti, non gli era rimasto niente. Chiese soltanto se si poteva uscire da lì o c'erano delle restrizioni. Lo rassicurai e gli raccontai di quando ero stato aggredito e come da quell'episodio fosse nata una solidarietà da parte dei residenti in questa cittadina.

<<Prima loro credevano che questa fosse una casa-accoglienza per tossici e alcolizzati, ma grazie alla pazienza di Claudio, il dott. Martini, lo psicoterapeuta e le operatrici Anna e Lisa, il clima prima si è disteso, poi è diventato collaborativo al punto che, quando c'è stato il matrimonio del nostro amico Romolo, un ex ospite, hanno partecipato alcuni cittadini sia con la presenza che mettendoci a disposizione quello che ci serviva>>

<<Un matrimonio? E come è possibile, tu stesso hai detto che siamo gente che ha perso tutto!>>

<<E invece ci si può riscattare e rifarsi una vita. Domani parlerai con Claudio, gli dirai cosa facevi prima di venire qui. Mi hai detto che avevi un ingrosso ortofrutticolo, magari potrai ricominciare qui>>

<<Non credo. Hanno occhi e orecchie ovunque, verranno anche qui a chiedermi il pizzo!>>

Lo accompagnai nel salone, dove avrebbe iniziato a conoscere tutti gli altri membri della casa, mentre io andai a cercare Anna.