DOZZA

08.10.2021

Nel nostro girovagare sul web alla ricerca di luoghi, paesi magari poco conosciuti ma che sono veri dei gioielli di insostituibile bellezza dei quali si adorna questa nostra Italia, ricchi di storia, di curiosità, di eleganza, di arte, di cultura come pochi altri al mondo, ci siamo imbattuti nel borgo medievale di Dozza, uno dei cento "Borghi più Belli d'Italia", che si trova a sud di Bologna, a 6 km da Imola ed è posto sul crinale di una collina che domina la valle del fiume Sellustra.

La più antica notizia documentata del nome Dozza data al 1126: Castrum Dutie deriverebbe dal vocabolo latino altomedioevale "doccia", ad indicare la presenza nel luogo di un condotto per far confluire l'acqua in una vasca o cisterna a beneficio della popolazione. Qui l'acqua un tempo era scarsa e l'enfasi sulla sua presenza è rilevata anche nei toponimi della chiesa di Santa Maria Assunta in Piscina e dell'antichissima pieve di San Lorenzo in Piscirano.

Nel 1087, il vicus, abitato in precedenza da popolazioni galliche, poi longobarde e bizantine, e concesso da Carlo Magno alla chiesa imolese, viene conquistato, cinto da mura e fortificato dai Bolognesi; acquista allora il nome di castrum Ducie.

Nel 1412, dopo aspre contese tre le fazioni ghibelline e guelfe, a causa della strategica posizione di controllo sull'antica strada consolare romana, la via Emilia, Dozza diviene feudo della famiglia Alidosi, e poi dei Riario.

Nel 1494, la Rocca è sotto il dominio della "signora delle Romagne", Caterina Sforza, che la potenzia come strumento militare e la tiene fino al 1499, quando tutti i castelli sotto il dominio di Caterina sono espugnati dalle milizie di Cesare Borgia.

Nel 1528, Papa Clemente VII concede il feudo alla nobile famiglia Malvezzi di Bologna la quale, tra varie vicende, compresa la dissoluzione dei feudi causata dall'avvento di Napoleone, fino al 1960, quando il Comune l' acquista dagli eredi.

DA VEDERE

ROCCA SFORZESCA - è una maestosa fortezza medievale costruita in perfetta armonia con il contesto nel quale è situata; le sue origini risalgono al XII secolo ma è stata senza dubbio oggetto di modifiche nel corso dei secoli.

MUSEO DELLA ROCCA - è situato all'interno della Rocca Sforzesca. Le stanze visitabili sono diverse, tra le quali il salone, la cucina e la camera da letto con gli arredi originali. Dalla Torre Maggiore e dalla Torre Minore, si può godere di una meravigliosa vista panoramica sulle case del borgo e sulla campagna circostante. Sono inoltre visitabili le prigioni con strumenti di tortura del tempo, la sala delle armi e il particolare pozzo a rasoio. Al secondo piano, si trova anche una interessante Pinacoteca, con opere della donazione "Norma Mascellani" oltre ad alcuni esempi di murales provenienti dalle varie edizioni della manifestazione "Muro Dipinto".
Nei sotterranei della Rocca, per gli amanti del vino, si trova l'Enoteca Regionale.

I MURALES - la particolarità del borgo di Dozza sta non solo nella sua suggestiva atmosfera medievale ma anche e soprattutto nei suoi meravigliosi murales: Dozza è un vero e proprio museo a cielo. Le strade, le piazze e le case sono colorate da oltre un centinaio di dipinti ad opera di firme prestigiose dell'arte contemporanea. Dal 1965 ogni due anni, nel mese di settembre, si tiene la Biennale del Muro Dipinto, una manifestazione di quattro giornate che vede convergere a Dozza artisti italiani e internazionali per la realizzazione di opere permanenti sui muri delle abitazioni.

IL SANTUARIO DELLA MADONNA DEL CALANCO - al suo interno custodisce l'immagine sacra della Beata Vergine del Calanco, un bassorilievo che raffigura la Madonna a mani giunte trasportata da angeli. Il bassorilievo viene portato in processione ogni anno in occasione della Pentecoste, giorno del patrono di Dozza. L'immagine venne rinvenuta per caso agli inizi del '500 da due pastori, originariamente appesa a un albero, si narra che guarì dall'infermità uno storpio che si era fermato a riposare sotto di essa. In seguito all'evento miracoloso il bassorilievo divenne oggetto di venerazione e venne posto prima in una cappella e quindi nella chiesa attuale.