CASTELLI E PALAZZI: AMELIA
AMELIA
Testimonianze della storia di Amelia sono Palazzo Farattini, Palazzo Venturelli, Palazzo Petrignani, le Porte Urbane e la Torre Civica. Qui vi presentiamo i primi due
PALAZZO FARRATTINI
POSIZIONE - Si trova nel centro di Amelia, un borgo medievale con più di 3000 anni di storia, il quale conserva ancora il suo aspetto originario.
STORIA - La sua edificazione è avvenuta nel 1517 su progetto del famoso architetto Antonio da Sangallo il Giovane, su commissione del vescovo Bartolomeo II.
STRUTTURA - Chi desidera visitare palazzo Farrattini ha la possibilità di soggiornare in tre camere da letto: la stanza rossa dedicata a Caterina de' Medici, la stanza rosa dedicata al vescovo Bartolomeo II e la stanza gialla o Sala delle Muse dedicata alle arti e alla natura. E' provvisto di un grande giardino di 10000 mq permette di respirare la campagna e la natura, con un panorama che spazia sulla valle dell'Amerino. Oltre l'atrio del palazzo si accede al piano nobile dove troviamo un ampio salone con soffitto a cassettoni lignei a rosoni, affreschi del 1574.
PALAZZO VENTURELLI
POSIZIONE - all'interno delle mura della città, presso la Porta del Sole.
STORIA - la famiglia Venturelli era nota ad Amelia fin dal 1300, con il capostipite Petrucciolo che rivestì un ruolo pubblico in città. Il palazzo risale alla seconda metà del '500 e venne ricostruito su un preesistente edificio di origini romane, del quale sono state utilizzate le strutture e gli ambienti come base di appoggio.
STRUTTURA - l'ingresso del palazzo si trova sul lato Ovest. Al piano nobile si accede per mezzo di tre rampe di scale; il salone principale a pianta regolare, si trova al di sopra dell'ingresso principale e ha due porte di accesso e tre finestre sui lati lunghi e una porta di disimpegno su ogni lato breve. Il pavimento è in cotto originale e riporta lo stemma della famiglia. Da ammirare la decorazione pittorica a fregio continuo con rappresentati simboli e allegorie nelle quali si riconosce anche la città di Amelia, nonché la campagna circostante, decorazioni attribuite al pittore amorino Tarquinio Racani. Notevoli anche i dipinti appesi alle pareti del salone raffiguranti vedute, edifici, monumenti antichi ed elementi naturalistici attribuibili al genere capriccio molto in auge nel '700. Eretto su una domus romana articolata su più livelli risalente al I sec. a.C., venne poi arricchita, nel I seco. d.C., di pavimenti decorati a mosaico bianco e nero, ancora oggi visibili accedendo alla cantina comunicante con i locali sotterranei e retrostanti del palazzo stesso. All'interno di uno dei due ambienti, che forse fungeva da atrio all'abitazione, troviamo incassata nel mosaico una base di travertino con cornice modanata nella quale si apre l'imboccatura di quella che forse era una cisterna o un pozzo. Nel secondo ambiente troviamo un mosaico con una decorazione a meandro nero su fondo bianco, che incornicia motivi floreali. I mosaici di Palazzo Venturelli indicano il tono medio-alto dell'edilizia privata dell'Amelia romana, di un ceto socialmente emergente.