CALTABELLOTTA
Adagiata sul Kratas, un lembo meridionale dei Monti Sicani, sorge una delle più antiche città della Sicilia: Caltabellotta.
La sua posizione straordinariamente forte ha fatto di questa cittadina montana un punto strategico rilevante che l'ha resa protagonista, per oltre duemila anni, della storia di tutto il territorio che va dal fiume Belice al fiume Platani.
Contesa, dominata, saccheggiata e distrutta dai popoli che hanno occupato la Sicilia, è sempre riuscita a sopravvivere e a rigenerarsi cambiando talvolta la sua ubicazione e perfino il proprio nome. Due grotte, situate sulla cima del Monte S. Pellegrino, riportano le sue origini ad un'età preistorica.
Le quattro necropoli che circondano la città attestano una presenza sicana riconducibile all'età del bronzo antico.
CALTABELLOTTA
Sul vicino monte Gulèa in età protostorica si formò il primo nucleo di un insediamento che, estesosi prima al contiguo terrazzo S. Benedetto e poi ai villaggi vicini, diede vita alla città di Inycon. L'acropoli viene oggi annoverata tra le più famose dell'antichità, insieme alle coeve Micene, Pergamo di Troia e Cadmea di Tebe. La città raggiunse un elevato sviluppo nel VI sec. a.C. ma, a seguito della sua ellenizzazione, dovette cambiare il suo nome sicano Inycon, ricordato per l'ultima volta da Erodoto e da Platone (V sec. a.C.), in quello greco di Triokala, citato per la prima volta da Filisto di Siracusa (V sec. a.C.). Il nuovo toponimo sintetizza tre qualità vantaggiose: abbondanza d'acqua, fertilità del suolo ed un forte sistema difensivo.
Nel 258 a.C., nel corso della prima guerra punica, la città venne distrutta dai Romani, ma a differenza di tutti gli altri centri sicani fortificati di cui si è persa la memoria, essa tornò a rivivere perché i suoi abitanti rifondarono Trokalis (la Nuova Triokala) nei pressi della vicina frazione di S. Anna, oggi denominata contrada Troccoli. La Gogàla visse le stesse vicende della vecchia città, ma la sua storia non si fermò al III sec. a.C. perché successivamente venne chiamata a suggellare altri eventi straordinari
Nel corso della seconda guerra servile (104-99 a.C.) il capo degli schiavi Salvio Trifone, avendo deciso di evitare la città ritenendola causa di inerzia e di neghittosità, si insediò con i suoi 40.000 uomini sul terrazzo di San Benedetto e sulla rupe Gogàla riportando in vita la città distrutta dai Romani, ma soltanto per cinque anni perché lo scontro si concluse con la disfatta degli insorti. I mille schiavi superstiti, guidati da Satiro, preferirono togliersi la vita piuttosto che combattere contro le fiere nell'arena, segnando con il loro sacrificio una delle pagine più nobili della storia.
Sotto il dominio romano e poi sotto quello bizantino Trokalis dovette sopportare, per oltre dieci secoli, le condizioni di città tributaria.
Con il Cristianesimo la città divenne sede di una delle più grandi diocesi della Sicilia, i cui confini ancora una volta furono segnati dai fiumi Platani e Belice.
Nel IX sec. d.C. la popolazione, minacciata dalle incursioni saracene, fu costretta a tornare nuovamente sulle cime del Kratas dove, su un angolo della Gogala, oggi denominato Terravecchia, diede vita ad un nuovo insediamento cui venne attribuito il nome Balateta.
Subentrati gli Arabi (860-1091) il borgo adottò il nome Qalat al Balat, fortezza costruita sulle balate, cioè sulla pietra spianata, da cui l'odierna Caltabellotta. Gli Arabi furono Cacciati nel 1091 dal conte Ruggero ad essi si sostituirono i Normanni i quali chiusero la via di accesso di Qalat al Balat con una cinta muraria e due porte. La loro presenza durò fino al 29 dicembre 1194, quando Guglielmo III, l'ultimo erede al trono normanno, e sua madre, la regina Sibilla, vennero prelevati con l'inganno dal castello di Caltabellotta, dove si erano rifugiati, e, accusati di aver ordito una congiura contro Enrico VI di Svevia, vennero arrestati e condotti prigionieri in Germania. Ad essi subentrò la dinastia sveva.
Il dominio spagnolo segnò la decadenza della centralità politica ed amministrativa di Caltabellotta ed il suo territorio venne frazionato in contee. La presenza spagnola si protrasse fino al 1713 quando la Sicilia venne assegnata al piemontese Amedeo II e, dopo una breve presenza austriaca, nel 1734 venne unita al regno borbone di Napoli. Il resto è storia recente. La frammentazione del suo territorio e la proliferazione di una miriade di feudi favorì la nascita di piccole borgate che nel tempo progredirono in prosperosi centri urbani. Oggi Caltabellotta non è più titolare di quel potere politico ed amministrativo che un tempo appartenne alla capitale del regno sicano di Cocalo, ma ha conservato il privilegio di poter dominare (virtualmente) dall'alto del suo Castello Luna tutti i centri urbani che nelle serene notti d'estate, con i loro brillanti luccichii, segnalano l'area e i confini entro i quali un tempo si ergevano i suoi imponenti castelli.
GASTRONOMIA E PRODOTTI TIPICI
Per quanto riguarda le specialità culinarie, esse sono legate alle feste di Pasqua e di Natale. A Pasqua non c'è casa (ma anche ristorante) in cui non si prepari la froscia, una pietanza a base di uova, vera e propria bomba proteica che si può cuocere in forno o in padella, aggiungendo pane e formaggio grattugiato, ricotta, latte, asparagi fritti, sale, pepe e l'indispensabile melissa, un'erba aromatica molto simile alla menta. Lu cannaleri un uovo sodo e, qui a Caltabellotta, colorato, imbrigliato dentro una pasta dolce, anch'essa a base di uovo e a forma di pesce o di colomba o di paniere. Dicembre è il mese dei cuddureddi dolci ripieni di confettura di fichi, che spesso costituiscono il bottino della strina (la strenna), il dono che per San Silvestro i bambini pretendono girando di casa in casa armati di campanelle e saccocce, canterellando allegramente un vecchio ritornello: «La strina, la strina, la bona matina e lu surci ntà la pignata chi si mancia la carni salata!».
CALTABELLOTTA E IL CINEMA
Caltabellotta come tutti sanno è stato il set di alcune scene di famosi film italiani ed internazionali. I più famosi e quelli che ricordiamo sono "Sedotta e Abbandonata" (1964) di Pietro Germi e "Il Siciliano" (1987) di Michael Cimino. Qui di seguito sono riportate le recensioni dei film e immagini di scene girate a Caltabellotta.
DA VEDERE