BETTY ROBINSON: l'atleta che visse due volte

09.08.2020

Elizabeth Robinson-Schwartz, detta Betty era nata a Riverdale il 23 agosto 1911 è stata un'atleta olimpica incredibile e straordinaria. Arrivò all'atletica per puro caso quando aveva 16 anni: il suo insegnante di biologia la nota mentre corre per prendere un treno e la sottopone a un test cronometrico nel corridoio della scuola, poi la iscrive alla prima gara ufficiale, solo quattro mesi prima delle Olimpiadi del 1928. Già in quella sua prima gara stabilisce il nuovo primato mondiale sui 100 m. con il tempo di 12", prima che verrà battuto solo nel 1932. Le Olimpiadi del 1928 erano le prime aperte anche alle donne e Betty, che aveva corso solo 4 gare fino ad allora, vi venne iscritta e lei volò fino ad Amsterdam. Il 31 luglio i 100 m furono la prima gara in programma per l'atletica femminile, caratterizzata da una serie di false partenze, ben quattro. Betty vinse con il tempo di 12"2 e per poco non diventò la prima campionessa olimpica di atletica in assoluto. Nella stessa edizione si aggiudicò anche l'argento con la staffetta 4×100. Al ritorno da Amsterdam, Betty venne accolta in patria con tutti gli onori, per lei vennero organizzate parate a Broadway e a Chicago, e i suoi concittadini a Riverdale fanno una colletta e le regalano un orologio con diamanti e la sua scuola la premiò con una coppa d'argento. Nonostante i risultati olimpici la sua storia fin qui non avrebbe nulla di straordinario, in confronto a quanto le accadde successivamente. 

Nel 1931 mentre stava volando sui cieli di Chicago sul biposto pilotato da suo cugino, l'aereo cadde. Per i che giunsero sul luogo dell'incidente soccorritori, per la giovane atleta non c'era più niente da fare, tanto che la trasportano direttamente all'obitorio. In realtà Betty non era morta, ma in coma profondo ed in gravissime condizioni con una commozione cerebrale, un braccio schiacciato ed una gamba rotta. Le speranze che sopravviva erano poche, visto anche il livello della medicina dell'epoca, invece dopo 7 settimane di coma si risvegliò; seguirono due anni su una sedia a rotelle e un lungo percorso di riabilitazione per riprendere a camminare. Betty Robinson voleva a tutti i costi tornare a correre, ma non poteva più flettere completamente il ginocchio sinistro e questo le impediva di accovacciarsi ai blocchi di partenza come richiedevano le regole, dovette quindi abbandonare le gare di velocità ma questo non la abbatté: c'erano ancora le gare di staffetta dove la partenza avveniva in piedi. Betty venne perciò convocata per le Olimpiadi di Berlino del 1936 dove trascinò le compagne della 4x100 m. alla vittoria della medaglia d'oro contro le favorite Tedesche che riuscirono persino a perdere il testimone durante l'ultimo cambio. Si ritirò dalle competizioni poco dopo le Olimpiadi del 1936. Rimase comunque nell'ambiente come giudice di gara e cronometrista. Il 1º dicembre 1939 si sposò con Richard Schwartz, un tappezziere dell'Illinois ed ebbero un figlio ed una figlia. Morì a Denver il 18 Maggio 1999 ufficialmente aveva 87 anni ma ne erano passati 68 dalla sua seconda nascita. Betty Robinson, oltre alla straordinarietà della sua vicenda personale, rappresenta un simbolo per l'atletica femminile. Fino ai Giochi ospitati ad Amsterdam 1928, l'atletica leggera era campo esclusivo degli uomini ma tutto cambiò il 31 luglio del 1928 quando si svolsero le prime gare riservate alle donne. Prima gara in programma dell'atletica femminile furono i 100 metri. Sei le atlete in gara: oltre a Betty, due tedesche e tre canadesi, capaci di dare scandalo, per la morale del tempo, abbracciandosi e baciandosi prima dell'avvio della gara per caricarsi. La forza e la caparbietà che la salvarono dalla morte e le permisero di scendere di nuovo in pista fanno di lei anche la prima atleta paraolimpica a vincere l'oro in una gara "normale" e forse anche l'unica per quello che mi risulta. Una donna ed un'atleta che ha vissuto due vite come in un film ... solo che la sua è vita vera