AMORE NEGATO di Luigi Lucaioli

09.08.2020

AMORE NEGATO

In un posto qualunque. In un momento qualunque della vita! 

Eh sì, ad un certo momento della vita, ovunque ti trovi, ti accade di fare un bilancio. 

"Quanto bene ho fatto e quanto ne ho ricevuto? Ci sarà qualcuno che si ricorderà di me? E se avessi fatto del male?" 

Anche se non volontariamente, (ma ciò non mi giustifica affatto) mi ritrovo a pensare che sì, ne ho fatto. Tralasciando le piccole schermaglie dei primi flirt da adolescenti e benché ne abbia ricevuto molto di male, non ho rancori verso chi pure me lo ha procurato.

Ma di uno, uno solo, ancora oggi ne porto il rimorso. Con la maturità, acquisendo consapevolezza, ho cercato la persona in oggetto per chiederle perdono. Ma non ho potuto alleggerire il perso della mia coscienza. Anzi, a mente fredda, con tutta l'obiettività che l'età mi impone, vorrei attraverso queste righe chiederle perdono. Ma non solo a lei. Anche a tutte coloro che sono state ferite dalla superficialità di noi uomini, incapaci di avere quel rispetto che la donna merita. Le cause sono molteplici. Nessuno ci educa a considerare la donna, come colei che ci dà la vita, che ci dà amore. Società bigotta, tabù arcaici, insegnamenti non proprio "laici" hanno relegato la donna sempre subordinata all'uomo. A lei ANGELA, vero angelo, alla quale ho fatto pesare il mio "status" di "maschio" umiliandola, lasciandola soffrire negandole Amore. Poteva essere quello eterno? O di una breve estate? Non potrò mai più saperlo, ma continuerò a pensare che se anche fosse stato di un breve arco di tempo, sarebbe stato per sempre un bel ricordo, anziché trascinarmi questo rimorso.

ANGELA

La conobbi per hobby, non è un mero gioco di parole, ma la verità dei fatti. Era l'epoca dei pantaloni alla "Celentano", degli stivaletti alla "Beatles". Vestivo alla "Carnaby street". Sapevo di essere "piacente", per il modo di vestire ed ero un buon "tacco", dicesi un bravo ballerino. E di questo mi pavoneggiavo. Attiravo interesse da parte delle ragazze e, con l'incoscienza dell'età, "mi gonfiavo".

La conobbi frequentando il negozio di un mio amico, al quale ogni tanto davo una mano nel suo lavoro. Lei abitava nel palazzo di fronte. BELLA. Capelli corvini lucenti, due occhi neri profondi, bocca sensuale, risata argentina. Mi sentivo attratto da lei, che ricambiava lanciandomi dei sorrisi luminosi, al punto che quando Franco, il mio amico, dovette andare a fare dei lavori nella sua casa, mi offrii di farli io. Così iniziò la mia frequentazione con lei. Trascurai i miei amici, stavo bene con lei, aveva i miei stessi gusti musicali: Led Zeppelin, Rolling Stone ecc... anziché quei melodici dell'epoca con rime baciate e sdolcinate. Le piaceva leggere, cosa che io avevo iniziato fin dall'età di 13 anni. Confesso, mi ero innamorato di lei. La mia più grande colpa? Di non volerlo ammettere neanche con me stesso. Eppure, per la prima volta in vita mia, desideravo far l'amore con lei, ma non per seguire gli impulsi ormonali dell'età. Ne fui spaventato. Lo ammetto, ebbi paura. Paura di qualcosa di nuovo, di bello e non calcolato. Non era una "preda" da conquistare. Non era il testosterone a guidare i miei impulsi. Ah! Quanto rimpiango di essermi lasciato sopraffare da un sentimento che nasceva dal cuore e dall'anima.

Io avevo una "reputazione" da difendere. Ma oggi so! Ne sono consapevole, fuggii per un motivo ben preciso. Come avrei potuto continuare a frequentare i miei amici, il ballo, se con lei non potevo farlo?

Già so, cari lettori, che mi crocifiggerete appena leggerete: lei era PARAPLEGICA!

Col senno di poi: quanta meschinità, malvagità. Soprattutto quanta superficialità. Così cominciai a trovare mille pretesti per non restare solo con lei, benché ogni volta che mi vedeva, mi veniva incontro con quel suo sorriso che ancora oggi ho davanti agli occhi. Fino a quando la mia freddezza nei suoi confronti non lo spense. L'avevo umiliata e ferita a morte. Ancora oggi, ripensandoci posso solo dire: era una gran bella persona. Anche quando, sempre sorridendo, mi disse: " Sei uno stronzo! Pensi che io non possa amarti e fare l'amore con te?"

E io che pensavo che non potevo approfittare di lei, del suo stato.

"Non ti avrei chiesto di fidanzarmi con te o di sposarmi. Solo darti il mio amore e riceverne in cambio. Anche fosse durato solo un giorno, un mese o un anno. Ma tu hai dimostrato di essere vigliacco e meschino come tanti".

Oggi convivo con questo rimorso.

L'unica nota positiva? Rispetto per la donna. Rispetto per chiunque doni amore.

L.L.