ACQUA PAZZA
VARIANTI: se volete variare un po', provate anche a preparare un branzino o una spigola all'acqua pazza, ogni pesce avrà un suo sapore unico. Solitamente l'acqua pazza viene realizzata con un pesce bianco di mare come il branzino o l'orata, ma anche dentice, pesce persico, pezzogna, sarago, occhiata, san Pietro, la gallinella o ancora con la spigola. Il metodo di cottura all'acqua pazza, oltre che prestarsi a tante tipologie di pesce diverse, è molto salutare ed ipocalorico. Infatti si calcolano solo 74 kcal ogni 100 g di prodotto (ovviamente il dato varia a seconda del pesce ma la media è comunque molto bassa).
INGREDIENTI (per 4 persone ma come sempre abbondate che il piatto lo merita): • 500 g di orata • 1 spicchio d'aglio • 350 g di pomodorini ciliegini • 100 ml di vino bianco da cucina • prezzemolo q.b. • sale e olio extravergine di oliva q.b.
PREPARAZIONE: la preparazione del
pesce all'acqua pazza è molto semplice. Pulite le orate o fatevele pulire dal pescivendolo, passate i
pomodorini sotto l'acqua fredda e puliteli per bene. Poi tagliateli
in due semisfere e ancora, fino ad ottenere dei quarti. Poi prendete una padella di
medie dimensioni e versateci un filo d'olio, aggiungete l'aglio e
poi i pomodorini. Dopo qualche minuto, aggiungete le erbe
aromatiche e salate. Riprendete il pesce e mettetelo nella padella e sfumate
con il vino bianco, tenendo sempre la fiamma viva. Una volta che sarà
evaporato e quando il tutto avrà ripreso a bollire, abbassate la fiamma.
Coprite la pentola con un coperchio e lasciate cuocere lentamente per una
ventina di minuti. Girate l'orata più volte e, se necessario, aggiungete
dell'acqua calda. Il pesce sarà pronto quando l'occhietto risulterà bianco.
Attenti a non cuocerlo troppo perché diventerebbe secco e poco gradevole. Togliete dal fuoco e aggiungete il prezzemolo tritato finemente a
crudo. Buon appetito!
COS'E' L'ACQUA PAZZA? E' una tecnica di preparazione del pesce antica, tipica del Sud Italia, che affonda le sue radici nella tradizione delle nostre regioni di mare. Le prime testimonianze scritte dell'uso di questa tecnica di cottura risalgono alla fine del 1800. Secondo tali fonti scritte la cottura "all'acqua pazza" era propria dei poveri pescatori delle zone marinare di Campania, Lazio, Sicilia, Calabria e Puglia che, spesso con ingredienti di fortuna, preparavano i loro pasti all'interno dei loro pescherecci. Visto che allora il sale aveva un alto costo, un costo "pazzo", i pescatori non facevano altro che sostituirlo con l'acqua del mare, naturalmente salata. Poi prendevano qualche pomodorino, aglio e portavano con loro un ciuffetto di prezzemolo e così cucinavano il pesce pescato durante la loro uscita in mare. L'acqua pazza è simbolo della qualità nella semplicità della cucina italiana. Nonostante spesso si attribuisca l'origine di questo piatto alla cultura culinaria partenopea, in realtà pare che si sia trattato di un fenomeno mediterraneo e che abbia coinvolto tante regioni costiere italiane. Secondo altre testimonianze la ricetta del pesce all'acqua pazza divenne famosa solo negli anni '60 grazie a Totò. Infatti il divo, adorando questa preparazione, ne faceva richiesta nei migliori ristoranti di Capri e fu così che il piatto divenne sempre più richiesto fino a diventare una vera e propria moda.